mercoledì 24 ottobre 2012

2172

Ciao,
Ti ricordi quando tu eri i polimeri di silicone e
mi indurivi fino allo strato più profondo della cellula
per rendermi immortale?


Indifference - Pearl Jam



lunedì 15 ottobre 2012

Abbastanza di niente


Al giorno d'oggi diventa sempre più difficile esprimersi.
Posso chiamare all'appello tutto l'esercito dei miei alter ego per farmi aiutare, ma loro vanno e vengono quando vogliono e se ne sbattono se io gli dico che questo corpo non è un albergo.
Non lo impareranno mai, colpa mia che li ho educati malissimo.
E' che a me sembra sempre di avere tutto lì, sulla punta della lingua: anche le parole di una canzone, la frase di un libro, la strofa di una poesia, il verso di un cantico dei cantici o di una divina commedia, ma è sempre arrivato qualcuno più puntuale della mia lingua.
Ormai è già stato scritto proprio tutto, siamo saturi di parole belle e brutte e forse anche un po' stufi.
Intanto c'è chi cerca di bruciare due fiori di luppolo che da soli non possono diventare birra, è una storia vecchia come il mondo.
Ecco, tutto qui quello che volevo dire da parecchi giorni, ho cercato di trovare un modo per approfondire il concetto ma non ce l'ho fatta e gli alter ego erano a farsi un negroni mentre ridevano di me.
Qui c'è abbastanza di qualcosa, quello che potrebbe fare da contorno è vuoto come la metà del bicchiere mezzo vuoto.
Forse è meglio quando scrivo i miei post di lamentela politica.
Questi nuocciono gravemente alla mia manicure.

#41 - Dave Matthews Band


giovedì 4 ottobre 2012

E' tutto un magna magna







<post di lamentela sull'attuale situazione politica>
....

(47 righe, 60 battute per riga inclusi gli spazi, la punteggiatura a caso, i luoghi comuni, un paio di errori ortografici,
e già che ci sono una mia foto da fica anche se non c'entra un cazzo, ma tant'è...)



che cosa vi credevate, anche io sono di un certo spessore.



Got Me Wrong - Alice in Chains





mercoledì 26 settembre 2012

dedicato all'infinito


La professoressa di scienze ai bambini:
“Concetto di infinito: fatemi degli esempi”
A: …il cielo!
B: …l’universo!
C: …i numeri!
D: …!
E: …!
Lupetto: …la stupidità umana?

ecco, dovrei stare tranquilla, lo disse anche Einstein.
è che se la prof di scienze non dovesse essere dotata di un minimo senso dell’umorismo, ci sono buone probabilità che mio figlio, alla seconda settimana di prima media, sia già l’ultimo della classe.
_______________________________
stupendo questo pezzo.
dedicato anche a me, portatrice di infinito.


Dedicato - Ivano Fossati

sabato 15 settembre 2012

Trasferte

Ti accorgi che non sei fatta per gli hotel5stellelusso nell'attimo in cui realizzi che ti stai asciugando l'ascella col tappetino del bagno credendo che sia l'asciugamano.
Vivere, senza malinconia.

Vivere - E. Jannacci


domenica 9 settembre 2012

post-icino.doc

forse ho bisogno di iniziare a pensare.
pensare se dire, se fare, se smettere un'altra volta di fumare.
se prendere un caffè per stare sveglia a vedere il buio che diventa domani o andare a letto.
l'estate non è ancora finita perché una zanzara deve avermi piantato la sua cannuccia sullo zigomo e sul polso.
peggio per lei, avrà capito un'altra cosa quando le ho detto "stai attenta, che qui c'è un DOC".
intanto mi scrivo, cancello, mi riscrivo, mi gratto lo zigomo e il polso che pulsa forte, rido, frigno, butto via e me ne accendo una. 
ma in fondo chi se ne fotte.
meglio non farmi trovare troppo esausta il giorno che i pensieri mi raggiungeranno.
perché la testina mia poi non regge più e la fatica non la reggo io.
penso che proverò a pensare un'altra volta, vado a letto.

Non mi ricordo cosa stavo ascoltando.

mercoledì 22 agosto 2012

Virtual Insanity

non è che mi sia mai capitato di vincere chissacché, a parte una volta da bambina che ho vinto una scatola di perline partecipando a un gioco telefonico di telenord e un'altra volta al casinò, che ho vinto qualche spicciolo alla roulette giocando i numeri del vecchio e baciata dalla fortuna della sedia_del_diavolo.
ma quelle sono altre storie.

la storia di stasera è che giorni fa mi hanno fatto vincere un regalo, che è questo qui:



e non è tanto il premio in sé a lusingarmi, quanto le due persone che me lo hanno riconosciuto: il caso umano nath finch e colui che si firma ckf.
questo riconoscimento di nath e ckf mi è sinceramente molto caro.

Ora, per accettarlo e comportarsi da persona per bene, bisognerebbe seguire 4 semplici regole ossia:
1) segnalare qui 5 blog che abbiano meno di 200 lettori ed evidenziare il link;
2) lasciare un commento su questi blog per avvisarli del regalo ricevuto;
3) ringraziare chi mi ha assegnato il premio;
4) condividere con i lettori 5 cazzi miei che le persone non conoscono. 

non so se dipenda dal fatto che le regole non sono affatto semplici o che forse non sono una persona molto per bene, ma a parte il punto n. 3) che seguirò ancora una volta alla lettera (grazie nath e ckf! sono davvero commossa), agli altri tre punti non mi atterrò, o perlomeno lo farò a modo mio, ed è per questo che per rispetto del premio liebsterblog non ho pubblicato il logo originale ma uno tarocco contraffatto da me.

non segnalerò 5 blog, perché per me i blog che meritano ben'altro che un premio liebster sono 10 e sono tutti elencati a destra, con i relativi link.
non starò a raccontare perché li leggo e perché mi piacciono, sarebbe come chiedere a raz degan perché beve jegermeister: sono fatti suoi.
posso solo dire che nonostante siano tutti così diversi nello stile e nei contenuti, hanno in comune lo stupore che mi suscitano e una specie di irresistibile follia virtuale - per citare il titolo della canzone on air - che mi fa star comoda e allo stesso tempo mi fa sentire "mangiata" da quelle pagine.
uno di questi, a dire il vero, è un po' po' un liebster ad honorem perché contiene solo una paginetta, un tentativo di migrazione dal defunto splinder dove l'insana virtuale in questione conservava uno sciame incasinato di pensieri, poesia, memoria e minchiate e la cosa sorprendente era non capire bene dove finisse uno e iniziasse l'altro.
diciamo che oggi io e qualcun'altro abbiamo la fortuna di leggere quello sciame in altre forme, e quindi il liebster ci sta tutto. 

vi risparmierò le 5 cose di me che le persone non sanno perché, fondamentalmente, un bel chissenefrega sulle 5 cose di me che le persone non sanno immagino ce lo mettiate volentieri.
oltretutto, qui di cose di me ce n'è per i beati, se no non sarebbe un blogghino.
forse potrei dire che se c'è qualcosa che manca è perché non è così importante da essere scritto; o è perché è troppo importante per essere scritto.
o semplicemente, perché non sono in grado nemmeno io di decifrare ciò che manca, figuriamoci scriverlo!

non ho finito.
manca un punto.
non lascerò nessun commento ai 10 folli per avvisarli del regalo, primo perché sono timida e mi vergogno, secondo perché alcuni di loro a malapena sanno che li leggo (o forse non lo sanno proprio) e non c'ho volgia di palesarmi, terzo perché... peché? ...non so peché.  peché? sono fati miei.
se passeranno di qua leggeranno e se lo vorranno porteranno avanti il premio, che zemba non li colga per aver interrotto perché non è colpa loro, colpa mia che che non li ho avvisati.

che poi magari, mi chiedo, chissà cosa direbbero.
qualcuna mi direbbe ròba di catène di sant'antònio!
qualcuna direbbe cosa vuoi saperne tu di follia, che non hai denti da folle e non ti dolgono i denti folli e gli occhi dolenti non follano
qualcuno, che se la tira da calmo, direbbe che gli ho disobbedito e mi linkerebbe affanculo.org, ma non prima di avermi rubato il template
qualcuna, che di follia se ne intende eccome, mi ricorderebbe che la bici della vita ha le ruote un po' storte e le sgommate sono la conseguenza di un colon irritabile non curato
qualcuna direbbe che ha più di 200 rompicoglioni (me compresa) che leggono il suo divino blog e quindi non dovrebbe rientrare nel premio e inoltre la devo smettere di pigiare "eccezionale" su tutti i suoi post, durante le ore di lavoro
qualcuno direbbe: facciamo che io sono le vongole e tu sei la piscia?
qualcuno mi direbbe e che te lo devo dire io il motivo per cui leggi il mio blog?
qualcuno direbbe semplicemente ù. o forse manco quello.
qualcuna direbbe UMPF! e andrebbe a capo tantissimissimo!! ,)
e infine qualcuno, anzi,
iddhu direbbe: 
seggia, u rigalu ziccatillo 'nto culu. bonanotti.


Virtual Insanity - Jamiroquai

venerdì 3 agosto 2012

oh, io me ne vado un po' in ferie.
ciao blog, mi dispiace che in questo periodo ti ho trascurato, ma le lettere della mia tastiera avevano deciso di ribellarsi al dio qwerty e si erano tutte mischiate, quindi qualsiasi cosa avessi provato a digitare non avrebbe avuto molto significato.
mi sei mancato e probabilmente mi mancherai ancora, esattamente come manca un singhiozzo fastidioso che quando arriva faccio di tutto affinché vada via, anche perchè sto pagando al mio operatore di telefonia mobile 400 minuti di voce al mese che non riesco a smaltire se c'ho il singhiozzo.
allora trattengo il respiro, mi faccio fare Bu!, bevo 7 sorsetti di cocazero e mi incazzo se nonostante questi rimedi lui continua a causare il moto sussultorio del corpo che abito.
mi accorgo che mi manca quando scompare e io sto ancora lì ad aspettare che arrivi la prossima contrazione, poichè il mio diaframma subisce una specie di inspiegabile crisi d'astinenza, il singhiozzo lo ha assuefatto.
manca per il tempo di un battito di ciglia che sembrano minuti che sembrano ore che sembrano una vita che non respiro, anche se il battito di ciglia pare duri solo 70/80 millisecondi, ma il tempo non passa mai quando una risposta non arriva.
quindi, caro il mio blog, ora tu ti adegui al fatto che questa crisi di astinenza da te duri il tempo di un battito di ciglia, perchè io a mancare come un noioso singhiozzo per 70 millisecondi mi ci adeguo sempre, e non mi lamento mai.


Love is a losing game - Instrumental version (Amy Winehouse)


martedì 10 luglio 2012

Stonature

Ci sono luci e paesaggi conosciuti da sempre che credevo non mi potessero più stupire finchè non li ho osservati da un diverso punto di vista.
Ho imparato qualcosa di nuovo, per esempio a contare almeno fino a 8, che sono le sigarette torturate nel posacenerino colmo sul tavolo. 
la sensazione è stata la stessa di un déjà, déjà e déjà vu.
io in realtà sapevo di saper contare almeno fino a 8 ma lo avevo rimosso.
Un tempo nei miei déja vu mi piaceva incastrare personaggi inventati e raccontare a me stessa le favolette, ora non c'ho più voglia di inventare, la fantasia mi costa fatica.
Non ho più nemmeno fantasia per immaginarmi il nome delle bambole che un giorno hanno guardato con occhi di plastica diffidenti la sconosciuta che le stava ammirando, con una matita infilata tra i capelli.
Perchè, direbbe la mia amica, ce l'avranno pure avuto un nome, no?
Pretendere di conoscere i loro nomi significherebbe violarle, ammirarle e basta non è poi così grave, è semplicemente una nota stonata.
A volte alcune lievissime stonature rendono perfetta una musica, basta ascoltare questo pezzo.

Se ho culo stasera la mia vicina mi invita a vedere le foto delle sue vacanze.


The Crisis - Ennio Morricone



lunedì 2 luglio 2012

la Peo dice semrpe che riesco a dire più cose col naso, muovendo le narici, che a voce.
Allora tutti questi starnuti che tiro vogliono forse gridare qualcosa, tipo che (...),
ma se è vero che il mio labirinto del nord sfocia nel naso e non più nella bocca o nelle mani - che pare abbiamo perso anch'esse le parole -  allora teoricamente sarebbe inutile l'apertura di un nuovo post.
teoricamente.
ieri pomeriggio in macchina, nel tragitto per andare a fare la spesa, sono stata investita da un'imprevedibile botta di caldo umido.
l'estate 2012 ci ha colti un po' impreparati, non c'è che dire, secondo me nessuno si sarebbe aspettato il suo arrivo e nemmeno che l'altra sera l'Italia vincesse contro la Germania.
e invece guarda un po' che ridere... è successo.
Breve cronachetta di quanto le mie mani avevano da scrivere oggi sul blog.
Il mio naso avrebbe saputo esprimersi senz'altro meglio.

I'm yours - Jason Mraz




venerdì 22 giugno 2012

Il cestino (dieci)


Quando mia madre scoprì che mi stavo abbozzando dentro di lei, tutto si può dire tranne che avesse la certezza di volermi (anzi, potermi) tenere, considerando il fatto che aveva già tre figli grandi, una riga di problemi economici, qualche problemino di salute, la rava e la fava.
oh, c'erano pure quelle sue care cugine timorate di dio che le avevano messo in mano l'indirizzo per risolvere l'inaspettata e sconveniente questione con religiosa discrezione.
le stesse che quando ho fatto la prima comunione mi hanno regalato un set di lenzuola di cotone in tinta unita, ora dico, ma come cazzo fai a regalare un set di lenzuola (in tinta unita!) a una bambina di 8 anni? ma lasciamo perdere le divagazioni.
in quel tempo, dicevo, pareva tutto deciso ma come per magia entrò in scena mio padre.
lui, così dissacrante nei modi e nelle parole, ma per mia fortuna con il dono del gioco d'azzardo che gli scorreva nelle vene, disse a mia madre che ogni fioeu el vegn al mond cunt el sò cavagneu (il cavagneu è il cestino), che tradotto nella sua lingua significava più o meno che secondo lui c'erano buone probabilità che Quello del piano di sopra gli servisse un bel poker, quindi perché accontentarsi di un tris?
beh, io non so se quel poker gli sia effettivamente entrato, di poker sperati e mancati ne deve avere avuti parecchi a quanto pare, ma certo è che un bel giorno di qualche mese dopo io e il mio cestino arrivammo e ci fu una grande festa, e sempre lo stesso giorno di trent'anni dopo mio padre prese quel cestino e, con un po' di emozione, ci mise le sue carte da poker e se lo portò via insieme a tutto il resto del contenuto.
Burlone.
niente più cestino per me, quindi, ma mi considero ugualmente servita perchè oggi mi resta in mano un tris d'assi accompagnato da una donna di fiori e un piccolo jolly.
sì, un jolly a poker, e allora?
e non scordiamoci del set di lenzuola in tinta unita che farebbe invidia al figlio del signor bassetti: l'ho usato per fare strisce per depilarmi l'inguine, funziona alla grande.

Se io fossi un angelo - Lucio Dalla

mercoledì 13 giugno 2012


Si è afflitti a volte da un travolgente scazzonoia e non serve a nulla andare semplicemente a dormire.
E' meglio che impazziamo.


The Garden - Guns N' Roses

sabato 9 giugno 2012

Maledetto Stargate

Dunque, il discorso è questo.
Se sei di quelle che si mettono in competizione con un vasetto di plasmon al manzo perché ha il ruolo di sostituirsi alle tue tette nell'alimentazione di tuo figlio, significa che c'hai un gran culo perchè vivrai con patimento ogni svezzamento che lo riguarda.
ricordo che quando gli infilai in bocca per la prima volta il cucchiaino della pappa e l'infame traditore del mio seno dimostrò tutto il suo apprezzamento per il nuovo sapore, esultai anch'io con la voce da imbecille come per contratto devono fare tutte le brave mamme in queste occasioni, ma la verità è che dentro mi giravano i coglioni del cuor mio.
Ed è così che sto vivendo tutti i passaggi della sua crescita, esultando fuori con la voce da imbecille, ma con un nodo che mi stringe le budella man mano che srotolo il gomitolo per dargli sempre più spago.
Ieri, tra pianti delle femmine e gavettoni dei maschi, ha finito il suo primo ciclo scolastico.
Finito, capito?


Significa, ragazzetto secco, che è proprio finito il tempo della villa tutta rosa, degli affreschi nelle classi, delle due o tre mamme che mi stanno sul culo (ma altre ce ne saranno), dei grembiulini neri con un bottone sì e due no allacciati alla Govi, del "dammi la manina che passano le macchine", del tu alle maestre, dei temi ridicoli in cui a volte mi hai un po' sputtanato, dell'astuccio a tre piani con pennarelli e matite colorate, della Bianca a 9 euro all'ora, dei lavoretti per la festa della mamma, della mensa scolastica e il risotto che ti piace più del mio, delle recite, dei pidocchi, dei libri aggratis, del sorriso che ti illumina il muso sporco quando mi vedi all'uscita. Finito.


La sua futura scuola media è una moderna costruzione grigia e nera in una piazza molto bella del mio quartiere. Un edificio nato per essere scuola e non villa riadattata.
Quando la guardo mi pare un po' l'anticamera di quello stargate chiamato adolescenza che me lo frullerà per qualche anno e me lo restituirà giovane uomo brufoloso.
Ma va bene così, mica ci si lamenta, per carità, era solo per dire, visto che stamattina non ho voglia di mettermi a fare i lavori di casa.
Fa tutto parte del contratto, io a suo tempo avevo flaggato anche l'autorizzazione a fargli fare il gioco della bottiglia... sono o non sono una mamma moderna? Anche di più.
E' solo che avrei voluto regalargli il cielo stellato, prima che diventasse troppo grande per stupirsi, e a volte la mamma moderna è così che si sente, un po' in ritardo, un po' incerta, un po' precaria, sarà senz'altro colpa dei tempi, della crisi e dei governi.
Ecco, si sente un po' come il manzo che rumina indisturbato nell'oasi felice plasmon inconsapevole del suo destino: diventare il rivale in vasetto di un paio di tette.

(Ma fuori esulto, che tra l'altro risparmio pure sulla Bianca).



Culodritto - Francesco Guccini

lunedì 28 maggio 2012

Ci vuole un attimo

ascolta lentamente,
perchè non riesco a dormire ma cosa volevo dire di così incontenibile da stare qui sulla sedia a quest'ora?
forse solo che ho mangiato la vellutata di porri e patate stasera, di quelle pronte in busta, sai, e non era buona perché per qualche manciata di minuti non ho mescolato mentre cuoceva, devo aver fatto dell'altro che senz'altro era più importante di una vellutata, tipo accendere la tele per vedere su realtime "com'è fatto", e ci vuole un attimo per certe cose, lo sai, vero?, anche le più semplici, anche quelle in busta che fanno quelli che non sanno cucinare
(ma io SO cucinare, lo giuro che lo so    dov'è il punto esclamativo in questa tastiera?),
ci vuole un attimo perché si attacchino al pentolino e le rovini irrimediabilmente e loro ti restituiscono lo sgarbo invadendoti la bocca col sapore di bruciato, che non è solo amaro, e non è solo schifoso, è di più, fidati, è umanamente insopportabile, è la peggiore delle mortificazioni per la bocca,
loro
ti massacrano le papille gustative, loro ti avvelenano e tu in quel momento non sai se potrai mai più provare il piacere di un sapore dolce sulla lingua, e sai che non te lo meriteresti neanche di provarlo così impari, stronza, a dimenticare di mescolare la vellutata in busta knorr per quella fottuta manciata di minuti.
è proprio così, ci vuole un attimo.
e dunque, in ordine sparso,
ci è voluto un attimo e mi sono addormentata parlando al telefono,
non ho pianto quanto avrei dovuto quel giorno in cui mi sono fatta rubare la data del mio compleanno,
ho fotografato la mia morte con una piccola digitale nera,
ho dimenticato,
mi sono persa verso la mecca,
mi sono fatta beccare a copiare,
mi sono fatta beccare a giurare il falso,
ho scoreggiato e ho fatto finta di niente,
ho costruito castelli con carte da poker per la principessa sul pisello,
li ho fatti cadere con un paio di bluff,
ho sostituito un vaffanculo sincero con un sorriso falso,
ho coperto i miei polmoni di merletti neri,
ho sculacciato il gatto anche se non era colpa sua,
ho rubato uno smalto alla standa,
ho rubato un nome,
ho giustificato la mia ignoranza,
ho abusato della mia indolenza,
ho malfidato della buona fata bionda che vedo tutti i giorni,
mi sono commossa davanti a cose oscene,
ho riso davanti a cose commoventi,
sono sparita nel nulla,
ho chiesto a dio se per favore può non esistere,
gli ho dato del cane - a voce -
e del porco - in un sms -
non ho tenuto la manina a mio figlio quella volta,
non ho dato ripsoste,
ho scelto il silenzio per paura di prendere posizione,

in un attimo, infine, ho fatto a brandelli la carne di un agnello con due coltelli,
i loro,
in un attimo ho nascosto tutto questo niente in fondo alla mia anima,
e in un attimo mi sono mangiata un cuore.
il mio.

stanotte, con la bocca che sa di bruciato, ho volgia di ululare alla pioggia e al castello di carte, perché la luna non la vedo.


Pieces - Villagers

domenica 20 maggio 2012

Il silenzio del suo respiro

Da sempre il suo respiro è fatto di lunghi e improvvisi sospiri, profondi, sfiancati, a volte tremuli, come se fosse accompagnato costantemente da pensieri che fanno venire fame d'aria ai suoi polmoni.
Mi commuove un po' il fatto che quello strano modo di respirare sia una delle pochissime cose che ha preso da me.
È un amore selvaggio quello che provo per il suo respiro quando me lo sento addosso, come selvaggio era il piacere di nutrirlo.
io ascolterei per ore il silenzio di quelle lunghe emissioni di aria che tengono in vita la sua testolina in evoluzione e tranquillizzano la mia in subbuglio.

tu a che cosa stai pensando?
perchè io non penso mai a niente quando sospiro profondo.


Mesmer - Cousteau

martedì 8 maggio 2012

Ieri ho saputo che è morto un amico di mio padre, un compagno di tavolo verde.
Una storia assurda di amore e di disperazione che ha portato via lui e la moglie.
Di quelle storie che si consumano dietro le porte a fianco alle nostre, mentre noi, cerebrolesi ma pieni di denti del giudizio in bocca, ci affanniamo a sputtanare l'ipocrisia altrui e a premere istericamente invia/ricevi nella nostra casella di posta.
Cosi è la vita.
Sto pensando a tupelo honey.

http://www.youtube.com/watch?v=i5GMHzPeEyA

Quando una volta  mi chiesero se mi piace van morrison, di cui in realtà non conoscevo praticamente un cazzo, alla mia risposta "sì carino", fu subito evidente tutta la mia folgorante ignoranza.
non tanto perché van morrison debba per forza piacere quanto per il fattp che o non ti piace per niente o lo ami profondamente; il "sì carino", non esiste, se lo conosci davvero.
Tuttavia ignorante nasco e, con estremo orgoglio, ignorante resterò fino alla fine dei miei giorni, perché dopo questa canzone non ho più voluto ascoltare nient'altro di van morrison, nonostante ascoltandola io l'abbia amata profondamente, e per profondamente intendo proprio dall'intestino.
Non c'entra niente?
dio, cheppalle.
mi scoppia la testa.

giovedì 3 maggio 2012

Se ascolterai il mio canto, riderai della sua oscena intonazione ed io riderò con te.
Lo esibirò con orgoglio per dare un premio di consolazione alla mia povera voce, alla quale avrei voluto offrire spazi e parole che non posso concederle, 
perché io sono sommamente impura.



Fade out Lines - Nouvelle Vague/Phoebe Killdeer

giovedì 12 aprile 2012

Tante Ciance

Finalmente ce l'ho fatta.
Ho temuto tanto questo momento nonostante mi sia sempre reputata una madre molto pronta e aperta al dialogo col ragazzino, senza pudori, senza vergogna di fargli vedere il mio nudo in giro per casa, senza tabù. Non gli ho mai raccontato di cicogne o cavoli, lui ha sempre saputo di semini di papà che fecondano ovetti di mamma e, una volta fecondati, di bambini che escono più o meno da dove la mamma fa la pipi.
Ma la mia paura era di non essere in grado di chiarigli le idee in merito a come cazzo faccia il semino di papà ad arrivare all'ovetto di mamma.
Per queste cose ci vuole semplicità, delicatezza, freschezza, serenità, ma un conto è dirlo, un conto è saperlo fare.
Una volta mi chiese notizie su questo meccanismo senza che io me l'aspettassi; mi mitragliò addosso la domanda improvvisamente in macchina mentre andavamo a karate, con la bocca piena di focaccia, e trovandomi impreparata e balbettante, chiuse subito l'argomento sentenziando che come al solito la scienza non è il mio forte se non vado prima a guardare su internet.
Fu abbastanza umiliante essere presa per la cula in questo modo.
E' passato un po' di tempo da quella volta, poi l'altra sera ne abbiamo di nuovo parlato e, con mio estremo stupore, ho saputo dimsotrare quanto una madre abbia insita la capacità di essere un importante punto di riferimento per un bambino che si sta affacciando alla vita.
E di questo ne vado orgogliosa.

- oggi in scienze ho capito esattamente come si fanno i bambini.
- ah sì?
- sì: il semino esce tramite il pene che entra nella vagina, no?, e poi tante ciance, va beh, che alla fine inizia il bambino.
- ah. ...   ...  e quindi io non ti devo spiegare niente?
- no mamma, so già tutto.
- bene. finisci la minestra.

Fatto. ci voleva tanto?
È cosa intenda per "tante ciance" a lasciarmi un po' perplessa.
Ma quello mica glielo devo spiegare io che non son scientifica, no?
È o mistério profundo,
È a noite, è a morte, è um laço, è o anzol,
È a promessa de vida no teu coração.

Aguas de Março - Elis&Tom

lunedì 2 aprile 2012

Il Leterno Riposo

leterno riposo
dona l'oro signore
splenda dessila
luce perpetua
riposino impace
così sia.


Quando ero piccolissima mia madre, prima di cantarmi buonanotte fiorellino, mi faceva dire a mani giunte l'eterno riposo per i nonni.
io lo dicevo così come l'ho scritto, e mentre lo recitavo mi chiedevo cosa cazzo stessi dicendo ai nonni e perché non potevo dir loro qualcosa di più semplice del leterno riposo, ma evidentemente era la cosa giusta da dire.
ancora oggi le mie preghiere restano molto confuse e borderline.
oggetti, odori, sapori, suoni, percezioni della pelle (tutta), abiti e lettere minuscole mi spifferano segreti che mi penetrano come fantasmi e prego, con parole che nemmeno io capisco, che non mi facciano del male.
il papà lo prego solo di chiudere gli occhi, che lui del leterno riposo se ne è sempre fottuto.
ma quella preghiera di bambina è troppo dolce per essere dimenticata.
avevo un foulard grigio con fiori di velluto grigi e non so che fine abbia fatto, può essere stato perso o buttato via o finito come straccio della polvere o dimenticato in fondo ad un borsone puzzolente di calzini sporchi e olio canforato.
è a lui che dedico tutte le sere il mio insignificante leterno riposo.

Grey - Ani DiFranco

il guardiano del Leterno Riposo

martedì 27 marzo 2012

ciù-à, ciù ciù-à

e così,
anche 'stavolta è arrivata la primavera.
una nota degna di nota:
il solanum gigantesco nella mia loggia s'è bello che seccato.
dispiace non poco.
adesso a voglia a spender soldi in fiori per colmare tutto lo spazio che teneva il solanum viola.

quindi il pezzo di oggi, per tirarmi un po' su, è questo

ciù-à
(coro: ciù-ciù-à)
patatina mia
(coro: sha-ciù-ri-à)
puoi titillare la mia fantasia

allora ciù-à
(coro: ciù-ciù-à)
pisellina mia, la notte è buia,
no, non andar via.

com'è bello il nostro amoreeah,
senti come saleeah,
è bello solo se ci sei tu,
sotto questa luna
dimmi cosa pensi di meee eah...
...
...
finale: e ciù-à, ciù-ciù-à, yeh parapappa ciù-à!

(Dimmi cosa pensi di me - Olmo)

Ps: ah, buon compleanno, uis!! ;)

lunedì 19 marzo 2012

Mali minori

Mia madre sta passando un periodo con problemi di udito non indifferenti.
Stasera arrivo da lei per ritirare il ragazzino e la trovo di pessimo umore con la testa infilata nel frigo.
Dice che oggi l'ha sbrinato a martellate e ora non sente più il rumore.
Da notare che quel frigo l'accompagna da quando è nato il mio fratello maggiore, che è del '58, quindi posso capire che una tale perdita, per alcuni versi, le possa ricordare la perdita dell'amato coniuge.
E insomma che mi dice "senti se lo senti".
E io infilo la testa, e lo sento, e il ragazzino infila la testa, e lo sente.
No, si è rotto, non sento rumore - dice lei - speriamo che non si sia rotto!
Già, speriamo che tu sia davvero diventata tanto sorda da non sentire che il frigo rumoreggia, perché se fosse rotto sarebbe un bel guaio.
È sempre questione di decidere quale sia il male minore, un frigo rotto o non sentire più un cazzo?

Un po' come quando mi si insinua dentro come un verme il sottile presentimento su una persona considerata universalmente buona, e quando dico universalmente significa che è proprio buona e leale e perfetta col prossimo in ogni suo ruolo, in senso assoluto e per chiunque.
Preferisco avere la certezza che sia io la grande pezza di merda con l'intuito nel culo (infatti le rare volte che ci azzecco è perché ci ho avuto culo) per nutrire anche un solo piccolissimo dubbio sulle buone intenzioni di questa persona, piuttosto che sapere di aver ragione.
Che io sia la cattiva e pure un po' invidiosetta delle altrui perfezioni morali, in questo caso, è solo il male minore che mi fa meno male.
Quasi un rifugio, una sicurezza.


E poi ecco che arriva un sms trinfante da mia madre:
"funziona!"
Alè, che fortuna.
È solo sorda.
La morale di tutto questo post di spessore è sempre quella: non fanno più i frighi che facevano nel '58.
Infatti l'ultima volta che ne ho sbrinato uno a martellate mi sono fatta un'aerosol di freon e ne ho dovuto comprare uno nuovo.

(Regret - Sakamoto)

martedì 13 marzo 2012

Congiunzioni e opposizioni

Non è un post romantico.
Non parlo di stelle, parlo di pianeti.
Parlo di cose.
Ieri sera mentre guidavo sul ponte di brooklyn, non potevo fare a meno di alzare lo sguardo verso la congiunzione che avevo di fronte e mi veniva quasi da ridere, tanto era bella.
Venere e Giove, in queste notti, pare siano perfettamente allineati come due occhi.
Giove e Venere, che gran bella coppia.
Lui così maestoso da suscitare imbarazzo, lei così piccina e luminosa, molesta e prepotente come tutte le cose piccole quando si trovano al cospetto di chi è più grande.
Apparentemente vicini, come un giovedì alle ore 23.59 può essere vicino al venerdì alle 00.01, anche se è più probabile che siano distanti come lo sono il venerdì alle 00.01 e il giovedì della settimana successiva,
E insomma, mentre ridevo in faccia allo spettacolo di Giove e Venere mi chiedevo ma che fine avrà fatto Marte, che in quella terrificante estate caldissima di qualche anno fa si era esibito davanti a noi con la sua grande opposizione?
Qualcuno se la ricorda? marte che orbitava intorno al sole a "soli" 56 milioni di chilometri dalla terra. Era gigantesco, un altro spettacolo vertiginoso e assurdo che faceva ridere di stupore.
Pare che l'ultima volta che si è verificato questo fenomeno, prima di quell'estate, fosse quando l'homo sapiens ha iniziato ad avere la consapevolezza che avrebbe potuto tentare di fare un culo così a tutta la terra e al resto dei suoi abitanti.
io la ricordo bene quella palla da tennis gialla nel cielo che tentava di far concorrenza alla luna.
Era nei giorni in cui si celebrava lo stesso onomastico e si cercavano risposte nelle tue foglie di tea, mentre Marte si opponeva alla Terra.
Mi scappa da ridere.

Stasera (e per qualche sera ancora) Giove e Venere replicheranno.
Da non perdere.
Proverò a fare una foto e se ci riesco la metto qui sotto:



(Sensual World - Kate Bush)


giovedì 8 marzo 2012

Prima di andare a dormire mi gratto il culo

Oggi, 8 marzo festa della donna, ho ricevuto questo:

Marito e moglie stanno guardando la tv quando lei dice "Sono stanca, è
tardi, penso che andrò a letto".
Va in cucina e prepara i panini per l'indomani.
Sistema le tazza per la colazione, estrae la carne dal freezer per la
cena del giorno dopo, controlla la scatola dei cereali, riempie la
zuccheriera, mette cucchiai e piattini sulla tavola per la mattina
successiva.
Poi mette i vestiti bagnati nell'asciugatore, i panni nella lavatrice,
stira una maglia e sistema un bottone, prende i giochi lasciati sul
tavolo, mette in carica il telefono, ripone l'elenco telefonico e dà
l'acqua alle piantine.
Sbadiglia, si stira e mentre va verso la camera da letto, si ferma
allo scrittoio per una nota alla maestra, conta i soldi per la gita,
tira fuori un libro da sotto la sedia e aggiunge tre cose alle lista
delle cose urgenti da fare.
Firma un biglietto d'auguri per un'amica, ci scrive l'indirizzo e
scrive una nota per il salumiere e mette tutto vicino alla propria
roba.
Va in bagno, lava la faccia, i denti, mette la crema antirughe, lava
le mani, controlla le unghie e mette a posto l'asciugamano.
"Pensavo stessi andando a letto" commenta il marito.
"Ci sto andando", dice lei.
Mette un po' d'acqua nella ciotola del cane mette fuori il gatto,
chiude a chiave le porte e accende la luce fuori.
Dà un'occhiata ai bimbi, raccoglie una maglia, butta i calzini nella
cesta e parla con uno di loro che sta ancora facendo i compiti.
Finalmente è nella sua stanza.
Tira fuori i vestiti e scarpe per l'indomani , mette la vestaglia,
programma la sveglia e finalmente si sdraia sul letto.
In quel momento, il marito spegne la tv e annuncia: "Vado a letto".
Va in bagno, fa la pipì, si gratta il sedere e mentre dà un'occhiata
allo specchio pensa: "Che PALLE, domani devo fare la barba" ..... e
senza altri pensieri va a dormire.
Niente di strano, non vi pare?
Ora chiedetevi perché le donne vivono più a lungo!
Perché sono fatte per i percorsi lunghi (e non possono morire perchè
prima hanno molte cose da fare).

Manda questa e-mail a cinque donne fenomenali.
Apprezzeranno sicuramente, proprio come ho fatto io!
E, se li conosci, anche a qualche uomo che conosce i propri limiti e
sta  al gioco!


ecco, forse me l'ha mandata perchè conosco i miei limiti e sto al gioco.
anche se non sono un uomo.

(Rubberband girl - Kate Bush)

martedì 6 marzo 2012

Dimmi chi dorme accanto a me

Ci sono alcune cose che ho scritto qua e là di cui ogni tanto mi pento.
Ma tirando le somme, sono più quelle che avrei voluto scrivere di te a farmi pentire di non averle mai sapute scrivere.
Per ora, il mio completo analfabetismo è il massimo che riesco a dedicarti.


('Cos we've ended as lovers - Jeff Beck)

giovedì 1 marzo 2012

paff... bum (un tuffo in fondo al cuore)

"ma no mamma, non devi essere triste. Non è morto, hanno detto che è solo scomparso..."

Infatti è così.
Noi non lo vediamo.
Però lo sentiamo.
"alto, biondo, invisibile"

(Stella di mare - Dalla)

venerdì 24 febbraio 2012

il mio abitino in lino


Io sono il mio abitino in lino color lino e non ho mai saputo se sbuco da un negozio o dallo sbarazzo di qualcuno.
Ho le idee un po' confuse dal vento, ricordo solo che l'ultima volta che sono stato indossato era una bella mattina di metà settembre, quando ho fatto un lungo giro per un mercatino di oggetti vintage, abbracciato in vita da una cinturina in cuoio. ho visto comprare su una bancarella un libro sulla biografia di una certa Anna Bolena pubblicato nel 1933, prezzo di copertina 14 lire, ho ascoltato sui gradini della piazza la commovente storia di tal Eto'o, una specie di missionario che per riscattare i bambini del camerun si è fatto dare 20 milioni e mezzo di euro a stagione per andare al ФК Анжи, o almeno così ho capito, sono stato maldestralmente sbrodolato da una lacrima alla cocacola e sbriciolato da un panino che doveva avere un sapore buono, sono tornato a casa, sono stato sfilato da un corpo stanco, ho soggiornato pochi giorni nella cesta dei panni sporchi, sono stato lavato a mano, centrifugato, steso fuori e da allora dimenticato sulla corda di uno stendibiancheria da finestra, terzo piano, vista bosco.
stretto nella morsa dolorosa delle mollette di plastica e metallo arruginito ho visto finire l'estate, l'autunno, le vacanze di natale e il festival di sanremo.
Ho visto venirmi addosso la violenza di un'alluvione, la leggerezza della neve, la fragilità della cenere di sigaretta di quello del piano di sopra e la madreperlacea cremosità della cacca di un piccione.
Ho visto passare al mio fianco altra roba stesa che si è asciugata al sole ed è stata ritirata, ripiegata, riposta e reindossata, mentre io giaccio ancora qui impiccato su una corda.
finire in un banchetto dell'usato al prezzo di copertina di Anna Bolena sarebbe chiedere troppo, finire come straccio per pulire i pavimenti sarebbe già qualcosa.
lancio a un dio che è sulla bocca di tutti la preghiera che arrivi la salvezza della biodegradazione, ci vorranno almeno 100 anni perché sparisca del tutto, se considero anche la cerniera.

(Playground love - Air)

sabato 18 febbraio 2012

Cara Peo,
questa è per te stanotte che non dormirai, stesa su un letto che non è il tuo,
per vegliare su quello che è tuo.


E se un giorno dovessi capitare qui per caso, magari fai finta di niente e passa oltre, eh?


Buonanotte, Peo.
- Buonanotte una sega.


mercoledì 15 febbraio 2012

the logical post

a che era piccola credeva che il frigorifero si chiamasse frigorf, che grasso volesse dire magro e magro volesse dire grasso.
credeva che se avesse toccato un femaforo avrebbe preso la scossa perchè suo fratello una volta ci era rimasto attaccato.
credeva che l'autogrill della pavesi fosse l'unico posto al mondo dove si potevano comperare quelle striscie lunghe di ciucciotti fatti di caramella.
credeva che il signore senza le gambe che chiedeva l'elemosina in piazza terralba non portasse le scarpe perchè non aveva i soldi per comprarle, non perchè non aveva i piedi da infilare.

credeva che gesù bambino prendesse i soldi dai genitori per i regali di natale, non che fosse davvero così ricco da pagare tutto lui.
credeva che in quel bar di sturla il papà giocasse di nascosto a rubamazzetto, non a poker.
e che nella sua testa vivesse una bambina di nome Amen e che seguisse la sua vita come fosse un film, ma quando voleva stare sola le stava un po' sui coglioni, la Amen.
credeva che verso i 6 o 7 anni le sarebbe cresciuto il pisellino, anche se non capiva come mai suo cugino di un anno lo avesse già.
credeva che il suo asilo fosse un posto gigantesco e che la monica disegnasse così bene perchè non si mangiava le unghie.
credeva che la mamma e il papà avessero fatto l'amore per 4 volte, capito?, per ben 4 volte in tutta la loro vita, una per ogni figlio.
credeva che il vinile di paranoid con la spirale bianca e nera che girando faceva venire la nausa fosse il disco del babau e che iron man l'avessero inventata perchè suo fratello, mettendola sul giradischi, potesse farla scappare terrorizzata dalla sua stanza.
quando c'era il vento forte e aveva il suo ombrellino trasparente, credeva che non sarebbe mai volata via fintanto che sua sorella l'avesse tenuta per mano.

sua madre avrebbe voluto chiamarla Amata  ma qualcuno le aveva detto che la gente avrebbe aggiunto una t in più,
allora l'ha chiamata solo a

io invece, che non sono piccola, credo solo due cose:
una, che non ho mai avuto tante certezze come quando ero piccola.
e due, che quel nome mi sarebbe calzato proprio a pennello, ma se me lo avessero dato è probabile che non me lo sarei tanto meritato.
forse aggiungendo una t in più...


(The Logical Song - Supertramp)

martedì 14 febbraio 2012

oggi ho visto pino, il mio "quarto fratello maggiore", l'ex marito di mia sorella,
quel grandissimo microcefalo pezzo di merda.
mi sono pure sbracciata dalla macchina per chiamarlo e salutarlo.
che idiota.

(Stronzo - Dalla)

mercoledì 8 febbraio 2012

Guarda!

e io guardai.


E fu la prima volta che odiai una donna.


venerdì 3 febbraio 2012

Ce-lo

Non ho mai amato particolarmente fare la raccolta delle figurine, trovo che sia un esercizio di costanza e pazienza che non mi appartiene.
Comunque ci ho provato seriamente due volte, la prima con l'album di heidi, la seconda con quello di fiorucci.
Incompiuti entrambi.
Oggi mi tocca seguire il ragazzino in questa pratica sull'album dei calciatori.
Mi sono accorta che quella belina aveva almeno 30 o 40 figurine non doppie che non attaccava perché diceva che gli servivano per scambiarle coi compagni.
Roba da matti, gli ho dovuto spiegare che deve scambiare le doppie, mica quelle che gli mancano, se no cosa cazzo la fa a fare la raccolta?
Ma lui  dice che ci patisce se gli rimangono poche carte per giocare a colletti.
Mio sommo stupore misto ad una punta di terrore: che nelle vene di ragazzino scorra il sangue del nonno materno?


Perchè, giochi a colletti, tu?
No, non ci penso neanche, ma potrei farlo se vorrei.

Cuore, anima.
Eccolo, uno dei tanti marmocchi di oggi, che scambiano i congiuntivi coi condizionali come fossero figurine ma non rischiano più con una mano a colletti, troppa la paura di assottigliare il mazzo di doppie, quando lo scopo è sempre quello: avercelo più grosso (il mazzo, si intende).
Che strana una generazione di gente che non vuole più rischiare nemmeno di perdere una figurina.
Gino si rivolterebbe come una tempesta di sabbia nel suo vaso canopo.
Alla fine l'ho convinto ad attaccare sull'album le figurine che gli mancavano.
Molte gliele ho attaccate io, primo per riscattare quei due disgraziati di heidi e fiorucci che ancora oggi mi compaiono in sogno per chiedermi di dar loro un senso compiuto; secondo perché dopo una laurea cum laude in decoupage, odio spendere 60 cent a pacchetto per vedere le figurine tutte storte che sbordano dalla cornice e fanno quelle orrende piegoline.
Gli ho anche detto che se vuole più carte da scambiare deve iniziare a giocare a colletti.
Mi è sembrato un insegnamento parecchio crudele per un bambino che ancora aspetta il sorcio dei denti, ma realistico e necessario.
Oh amore mio, e fattene una ragione.
che tanto prima o poi nella vita,
volenti o nolenti,
tocca a tutti giocare a colletti.
Col rischio di perdere.


(Blues Scene - Pink Floyd)

lunedì 30 gennaio 2012

"come si cambia"

3 febbraio.
Questa penna scrive.

Questa anche, ma mi sa che durerà poco.
O forse no, forse dura.
Scrivi? Scrivi? Scrivi??
Ma scrivi ancora?
Sì, scrivi.
Ok, grazie.
Scrivi?
Abbastanza.
'Sta cazzo di penna.
Pensa che l'inchiostro dovrebbe essere blu.
Comunque non so perché mi comporto cosi da stronza con mio padre.
Se ci penso sto male.
Perdonami, se puoi.
Ieri sera ho pianto un sacco.
Non lo so perché piango al cesso mentre leggo il giornalino con i programmi della televisione.

Piangerò per a., o per i miei che per l'ennesima serata non sono potuti uscire, o per la mia noia, o per le bambine di Sassello, o per i miei capelli che non hanno la giusta piega e mi fanno schifo.
Sai un cosa?

Non me ne fotte di sapere perché piango sul water col telesette in mano. Forse è solo di questo che ho bisogno, una cagata e tutto torna come prima.
Io ora dormo e domani non sarà cambiato niente, a., il nuovo lavoro, questa stilografica blu che scrive grigio, io stronza, io permalosa, la ginnastica alla p., l'associazione e poi le ferie, la Spagna, il Sassello, la danza, qualche incontro con le amiche, almeno una volta al mese.
Tutto come sempre, tranne quando mi chiudo in bagno e cago.
Pure le parole.
L'altro giorno era anche il compleanno della s. e non l'ho chiamata.
e no cazzo. Questa se la lega al dito e mi farà quella faccia che me la fa pagare, ne sono sicura.


(18 anni fa)

(Kozmic Blues - Janis Joplin)

martedì 24 gennaio 2012

sciroppo di glucosio, zucchero, amidi, succo di liquirizia, gelatina alimentare, pectina, aromi non meglio specificati e i seguenti coloranti:
e150d, e120, e131.
in questo momento mi sto picchiando avidamente in bocca tutto questo, mentre inizio già a percepire le conseguenze che si scateneranno entro breve al centro del mio corpo.
Curioso come queste assomiglino alle conseguenze viscerali della paura.

La solita stronza bugiarda.
Non sarà certo un pacchetto da 200 grammi di sukai che mi fa cagare sotto.
Tra l'altro ce l'ho tutte attaccate ai denti.

mercoledì 4 gennaio 2012

a volte tutti dobbiamo imparare

mi rendo conto che non è più un problema.
e forse questo è un po' un altro problema.
ma se ho paura vado a fare la pipì e mi passa.
me lo ha insegnato la mamma quando da piccola urlavo gli incubi.

(everybody gotta learn sometimes - eternal sunshine of the spotless mind)