venerdì 3 febbraio 2012

Ce-lo

Non ho mai amato particolarmente fare la raccolta delle figurine, trovo che sia un esercizio di costanza e pazienza che non mi appartiene.
Comunque ci ho provato seriamente due volte, la prima con l'album di heidi, la seconda con quello di fiorucci.
Incompiuti entrambi.
Oggi mi tocca seguire il ragazzino in questa pratica sull'album dei calciatori.
Mi sono accorta che quella belina aveva almeno 30 o 40 figurine non doppie che non attaccava perché diceva che gli servivano per scambiarle coi compagni.
Roba da matti, gli ho dovuto spiegare che deve scambiare le doppie, mica quelle che gli mancano, se no cosa cazzo la fa a fare la raccolta?
Ma lui  dice che ci patisce se gli rimangono poche carte per giocare a colletti.
Mio sommo stupore misto ad una punta di terrore: che nelle vene di ragazzino scorra il sangue del nonno materno?


Perchè, giochi a colletti, tu?
No, non ci penso neanche, ma potrei farlo se vorrei.

Cuore, anima.
Eccolo, uno dei tanti marmocchi di oggi, che scambiano i congiuntivi coi condizionali come fossero figurine ma non rischiano più con una mano a colletti, troppa la paura di assottigliare il mazzo di doppie, quando lo scopo è sempre quello: avercelo più grosso (il mazzo, si intende).
Che strana una generazione di gente che non vuole più rischiare nemmeno di perdere una figurina.
Gino si rivolterebbe come una tempesta di sabbia nel suo vaso canopo.
Alla fine l'ho convinto ad attaccare sull'album le figurine che gli mancavano.
Molte gliele ho attaccate io, primo per riscattare quei due disgraziati di heidi e fiorucci che ancora oggi mi compaiono in sogno per chiedermi di dar loro un senso compiuto; secondo perché dopo una laurea cum laude in decoupage, odio spendere 60 cent a pacchetto per vedere le figurine tutte storte che sbordano dalla cornice e fanno quelle orrende piegoline.
Gli ho anche detto che se vuole più carte da scambiare deve iniziare a giocare a colletti.
Mi è sembrato un insegnamento parecchio crudele per un bambino che ancora aspetta il sorcio dei denti, ma realistico e necessario.
Oh amore mio, e fattene una ragione.
che tanto prima o poi nella vita,
volenti o nolenti,
tocca a tutti giocare a colletti.
Col rischio di perdere.


(Blues Scene - Pink Floyd)

6 commenti:

Rupi ha detto...

giocare a colletti!!!
è un post più bello di quello che ti credi :-)

sai che parlavamo proprio di queste robe la settimana scorsa coi miei amici?
(oh, non è che sei un mio amico tu?)

ho visto delle scene che voi umani...

Misantropo_della_scogliera ha detto...

I colletti dovrebbe essere quando piegavi le figurine ad arco dal lato posteriore e sbattendo le mani dovevi capovolgere e le vinceva. Non ricordo il nome del gioco nel mio dialetto. Non ho mai finito un album, andai vicino a terminare quello dei mondiali di Germania 74, mi mancava solo un dannatissimo Perfumo, terzino dell'Argentina. Post stupendo...devo rileggerlo con calma

All ha detto...

Anche mio figlio non gioca ancora a colletti... le doppie preferisce regalarle alla sua compagna di banco..
Queste si che son soddisfazioni... ;)
A colletti ci gioca suo padre in compenso, e perde a nastro...

Anonimo ha detto...

un bimbo sano,speriamo rimanga così!

giardigno65 ha detto...

fattene una ragione :-)

Anonimo ha detto...

Che bello questo che hai scritto! E sempre che meraviglia di lupetto!!! ,)))