giovedì 28 maggio 2020

Conducimi sulla luna

C’è una parte di mondo che non si è mai fermata.
Una parte che sta riprendendo a muoversi adesso.
E poi ci sono le mie luci, le mie piante, i miei Fiori.
E in mezzo ci sono io che continuo lentamente e inesorabilmente a distaccarmi da quel mondo in cui vivevo prima.






domenica 24 maggio 2020

Vabbeggio

Ho volgia di un gelato, di prosecco, di patatine, anzi no di pop corn, ma forse di caramelle, di orsetti gommosi, no, di rotelle di liquidizia, di crosta di parmigiano abbrustolita sul fornello. O meglio, di malibù. Di vodka tonic. Ma sarebbero meglio dei pistacchi, no, anacardi, o un amaro camatti. O i rodeo. Un margarita. Una sottiletta, della nutella sulla focaccia, una simmenthal col limone e la rubra. Un avocado sale pepe olio e balsamico. Un caol ila 18. Un caramello salato, oppure i fonzies. Una pizzetta catarì. Un ciocorì. Un paio di cucchiaiate di polvere di farina lattea. Una sambuca col ghiaccio, anzi no, liscia. Anzi no col ghiaccio.
Mi ci vuole una coca. Ecco cosa.
Ho voglia di tutto e non c’è nulla in grado di farmi passare la voglia.
Questo periodo è famelico a modo suo.


lunedì 11 maggio 2020

Sopravvivenza

Il segreto è capire che ci sono situazioni, cose o persone che non apparterranno mai a nessuno, e quando tu appartieni a una di queste situazioni, cose o persone, prima lo capisci e prima inizi a non appartenergli più.

lunedì 4 maggio 2020

Giorno 54 anno 0, fine fase 1.

Ho letto che domani si riaccendono i motori ma che dobbiamo stare cauti.
Sento un dolore piuttosto forte e continuo alla schiena da diverso tempo. Ma stavolta non è la colonna, purtroppo. Non sono le scapole, né un dolore muscolare. Tralasciando questo dettaglio, domani, leggevo, si riaccendono i motori.
Io domani lo vivo diversamente. Non come l’accensione di un motore, che peraltro sarebbe anche senza benzina.
Forse ho un deja vu datato sera del 21 giugno 1972, solstizio d’estate, c’era una zanzara che ronzava sulla pancia di mia madre e il suo ronzare mi rompeva i coglioni.
Stanotte mi ritrovo in questa specie di utero protettivo che si chiama lockdown - quelle definizioni  tipiche del mondo social perché chiamarlo chiusi in casa forzatamente faceva brutto con il # - e dopo 54 giorni di gestazione, sta per compiere la sua tanto attesa espulsione.
Cosa c’è là fuori e come me la caverò non mi è dato di sapere. Ma se me la sono cavata la prima volta, che non ero altro che un mucchietto accartocciato di riflessi arcaici primari di circa 4 chili, voglio ben sperare che anche a ‘sto giro saprò dignitosamente affrontare, come molti altri, la collezione di cazzi in culo che ci verranno gentilmente offerti.
Per fortuna poi che parto col vantaggio di uno strano mal di schiena (non per la colonna e non per i muscoli) e stare a 90 mi dà sollievo.

È appena entrata una zanzara, ma una zanzara non fa estate, rompe solo i coglioni e basta.

domenica 3 maggio 2020

La storia e tutte quelle minchiate lì

 Che la libertà venga apprezzata veramente proprio nel momento in cui viene a mancare è un dato di fatto e può essere sicuramente un insegnamento di vita importante. La storia da sempre lascia tanti begli insegnamenti a chi la sta vivendo e a chi la studierà, e lo fa tramite le sue vittime. Quando ci si ritrova ad essere tra queste vittime, chi più chi meno, diventa un po’ difficile non incazzarsi un filo e accettare gli insegnamenti con calma, dignità e classe, come diceva Frankenstein Jr.

E se ti incazzi, sei ancora fortunato perché significa che sei ancora vivo.