mercoledì 22 luglio 2020

Realizing

Rendermene conto, io che di conti capisco un cazzo.
E così sono stata aiutata a comprendere come la mia vita sia cambiata improvvisamente un giorno di marzo.
Le mie prospettive e i miei ruoli sono andati in aspettativa a tempo indeterminato. 
I miei treni quotidiani si sono fermati, i miei aerei hanno smesso di volare, il serbatoio della mia Smart è quasi sempre pieno, le mie luci sono sempre accese, la dispensa è ben organizzata, le ferie non finiscono mai ma non iniziano da nessuna parte, l’autonomia e la situazione economica sono sulla via del declino e il pacchetto di sigarette è sempre vuoto.
È un po’ come “l’anello resterà sulla spiaggia” di buonanotte fiorellino.




Ora curo la casa, curo tantissime piante, curo i progetti del futuro di mio figlio, curo sto maledetto blog solitario, curo le unghie delle mani, ma mi sto dimenticando come si curano altre cose.
Ho studiato la relatività ristretta, ho scritto lunghissime mail di denuncia al sistema  burocratico, ho lottato per avere la sospensione del mutuo, ho bevuto, ho pianto, ho passato ore sui social come una guardona, ho visto film, serie televisive e documentari, ho mangiato, ho digiunato, ho bevuto, ho dormito, ho passsto notti insonni, ho bevuto, ho zoommato, ho ballato in casa, ho anche riso, ho amato, ho compiuto gli anni, ho bevuto e ho dipinto pareti, vasi, tavoli, mensole, scale in legno e un frigo zoppas del 1958 di mia madre.

Quando certi parametri di base cambiano così repentinamente, non esiste più equilibrio nemmeno negli altri. Per una questione quasi estetica devi incasinare tutto, perché l’ordine parziale diventa una nota stonata.
Quindi ho sbarellato a schifo e infine ho bruciato un bigliettino carico d’amore, e mentre bruciava ho fatto la ripresa video con musica montata: un piccolo capolavoro di follia, narcisismo ed esibizionistico cattivo gusto.

Ma non basta bruciare un biglietto per allontanare la mia tristezza o per distaccarmi dalle mie illusioni.
Oggi sono sempre triste e sono sempre illusa.
Io sarò sempre un’illusa, per questo faccio bordelli e per questo la mia vita è bella. 
Perché ogni cosa è un’illusione e io ho la straordinaria capacità di distruggerla e poi ricrearla sempre, che sia la stessa o che sia una nuova, se necessario.
Ecco, questo fa della mia vita una vita bella, anche quando sembra infelice.

Per come sono fatta io, bruciare uno dei biglietti più belli che mi siano mai staiti scritti ha avuto un significato che è andato oltre il semplice orribile e offensivo gesto.
In quel momento volevo avere i piedi per terra in una terra che fosse brutalmente arida ma abbastanza dura da sostenere il corpo appesantito dal disordine alimentare e dai mesi di inattività, volevo assaporare l’infinita inutilità del tutto, volevo essere molto più forte e vincente del valore affettivo che ti attacca disperatamente alle còse.

Che ci posso fare, in fondo sono una vecchia romanticona, e solo un romantico può capire quanto lo spirito distruttivo possa dare conforto con queste stupide performance creative.
È imbarazzante pensare che se lo avessero fatto a me, ne sarei stata quasi lusingata, altro che perdere un pezzo di cuore.
Ma vai affanculo va’. Io i pezzi di cuore me li mangio in coratella.
Quale uomo non vorrebbe che la propria donna facesse una cosa del genere?
Forse dovrei essere uomo per rispondere che nessuno lo vorrebbe.
Ma ahimè, sono donna, con una discreta misura di tette e di capricciosa stupidità.

Quel biglietto, tuttavia, è diventato eterno.
Molto meglio che finire intonso in un cassetto.
Ora nel cassetto c’è finito il suo mozzicone, ma vabbè, fa niente.
È l’Eterno travestito da mozzicone bruciacchiato chiuso in un cassetto.
La cremazione in fondo non è altro che l’illusione di un passaggio a vita eterna.
Illusione. Toulì, rieccola.
Visto come è facile per me vivere bello, anche quando provo profonda ingiustificata tristezza?

Evviva la sambuca, lunga vita alla mia nuova vita.

🪑 🔥 

venerdì 17 luglio 2020

La prigione delle parentesi)

A proposito di Sanguineti, stavo pensando (e se provassi a inventare una nuova licenza ortografica?

Tipo aprire una parentesi e non chiuderla mai più, con l’auspicio che qualcosa che avrebbe dovuto essere di secondaria importanza rispetto a ciò che sta fuori dalla parentesi, possa un giorno avere una possibilità di fuga e diventare di primaria importanza?

Oppure chiudere una parentesi che non è mai stata aperta, a favore del dubbio che non tutto sia così fondamentale da non essere messo in secondo piano?

L’idea non è male, stilisticamente parlando. Prima però devo imparare a mettere le virgole come si deve per respirare e ossigenare il cervello tra un concetto stupido e l’altro)mica è concesso a tutti ‘interpunzionare’ così a cazzo, senza sentirsi sbagliati.

domenica 12 luglio 2020

A+++

Vicina a una sedicente fonte di seduzione: lontana dalla luce del sole, lontana dal cuore: è così che ti sbrani il frigo di notte per poi sentirti una merda con la nausea la mattina dopo.

“It was better when I was a slut”, said the moth.


giovedì 9 luglio 2020

Accordi


FAm        SOL7
I...

SOLm     LA7
Am ca... lling Who?


Bagdad Cafe, I’m calling you


domenica 5 luglio 2020

Che fai tu, luna, in ciel, spostati (cit. J2157)

- Stasera hai visto che bellissima luna piena c’era?
- Ah sì, l’ho vista su Facebook.

Fino a poco tempo fa impazzivo per una luna piena, il mio corpo celeste dominante.
Ho quasi più scatti della luna che selfie ritoccati da figa.
Ma stasera, mentre sopra la mia testa quella superbeggiava come al solito, io stavo su Wikipedia e robe simili a leggere dei buchi neri. Ogni tanto ci provo sperando che il tasto “mi sento fortunato” di Google mi proponga un Black Holes for Dummies.
Non ci ho capito molto neanche stavolta, però ho scoperto che non sono più così lunatica.
Sono buconerotica.
Vabbè, vuoi mettere?
Quello sì che è un corpo celeste mica da ridere, cara la mia gustosa luna.

venerdì 3 luglio 2020

Questione di modo, di tempo e di modalità

Io vorrei, io avrei voluto.
Entrambi condizionali, uno presente e l’altro passato.
La differenza concettuale e non grammaticale tra queste due coniugazioni dello stesso modo, non sta nel tempo, sta nella modalità con cui vorrei qualcosa.
Non significa: io vorrei una cosa nel mio presente e io avrei voluto quella cosa nel mio passato ma ora non la volgio più.
Io vorrei presuppone che quella cosa, desiderandola, te la chiedo gentilmente. Se dico io vorrei, so che potresti donarmela esattamente come la vorrei.
Io avrei voluto presuppone che quella cosa la vorrei ancora adesso ma so che per qualche motivo non puoi donarmela e io non posso chiedertela.
L’avrei voluta (e anche tanto) e la vorrei tuttora (e anche di più) ma non la voglio chiedendoti di fingere o sforzarti di donarmela, perché non sarebbe come la vorrei.

mercoledì 1 luglio 2020

Pieces

Hai mai diviso te stesso in due?
Uno per loro e uno per te?