Io mi rendo conto che ciò che in certi momenti sto iniziando a sentire sia molto grave. È qualcosa che riguarda la previsione del futuro e l’allettante alternativa di non arrivarci.
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Infatti guarda, lasciamo perdere, che mi è già passata anche la voglia di scriverlo qui.
Perché varcare il confine tra la raffinata stravaganza del politicamente scorretto e lo squallore del misantropismo disgustoso è un attimo, specie di questi tempi che odorano di morte e sacrifici di chi, contro la morte altrui, sta combattendo.
Io non solo resto in casa, voglio imparare a restare chiusa e protetta pure nella mia testa di cazzo scrupolosamente disorganizzata come il mio armadio prima di un cambio stagione.
Dovrebbero farlo tutti evitando di contagiare il prossimo con certe stronzate che lo sfintere dell’ego non riesce a trattenere.
Questo penoso tentativo di esserci in qualche maniera, quando in realtà non frega più un cazzo a nessuno di sapere come ci sei, sempre ammesso che sepolto là sotto tu ci sia ancora.
Tutto sommato, è stata una buona Pasqua.
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