Tu prendi ad esempio un vaso che cade e si spacca in due.
Oltre alla rottura del vaso, c’è la rottura di coglioni di doverlo aggiustare.
Allora se non lo hai, compri un tubetto di colla, la stendi, fai una forte pressione sui due pezzi da riunire - ché se avessero il dono della sensibilità proverebbero senz’altro fastidio - soffi un po’ sopra alla loro bua e lasci che le molecole si stabilizzino.
Aggiustare, premere, forzare due elementi che un momento prima erano un tutt’uno e un momento dopo sono diventati due estranei, causa sempre un certo disturbo.
Con un po’ di tempo e una dose di fatica il vaso è ricomposto.
Mette in mostra la sua bella crepa a ricordarci che ha subìto un danno, non sarà mai più il vaso di prima, sarà sicuramente più fragile, difettoso, ma c’è qualcosa di meraviglioso nel vedere come l’incastro tra i due elementi è stato perfetto fin da subito, prima ancora di aver incollato, premuto e forzato.
Taaaac.
È subito bacio non appena vengono accostati.
Come se si ricordassero chi erano l’uno per l’altro prima della rovinosa caduta.
Tutti e due i perimetri generati dalla rottura rispettano gli incastri come un puzzle.
Dove in un pezzo una parte tagliente aggetta, l’altro pezzo ha lo spazio esatto per accogliere romanticamente e dolorosamente lei e nessun altro che lei.
Diverso è invece il destino del vaso che non viene subito aggiustato. Subito dopo il “trauma”, i suoi pezzi non sono sottoposti allo stress della colla, della pressione, della forzatura. Se ne stanno a riposo, senza fastidio, senza anguscia. Vengono lasciati vivere nella quiete, magari uno accanto all’altro.
Il tempo sgretola e leviga i contorni della spaccatura che si fanno più morbidi, meno taglienti, più docili.
È bellissimo perché puoi toccarli e non farti male.
Ma dopo un po’ di tempo, ti conviene non ricordati mai, un giorno, di avere un vaso che avresti dovuto aggiustare.
Se provassi ad accostare quei due elementi ingentiliti dal tempo, scopriresti che non esiste più bacio, non esiste più incastro, perché le due spaccature da ricongiungere hanno preso forme che non sono più compatibili tra di loro.
Impercettibili differenze che rendono impossibile una nuova unione.
E sapresti che di quei due pezzi di vaso rotto che hanno cambiato forma, ognuno per i cazzi suoi, non te ne fai più nulla.
A volte si tratta di scegliere tra la pena e la quiete.
In linea generale è cosa molto saggia la ricerca della quiete.
Ma in certi casi, quanta pena può causare il quieto vivere?
Comunque io in casa non tengo vasi, rompo solo bicchieri da vino che non si possono ricomporre, quindi il problema manco sussiste.
Era così, per scrivere qualcosa.
You used to say live and let live
(You know you did, you know you did, you know you did)
But if this ever changin' world
In which we're livin'
Makes you give in and cry
Say live and let die.
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