sabato 4 agosto 2018

Quel maledetto anno del gatto

Oggi alle 5 del mattino ho fatto partire Edo per il suo nono campo scout ovvero la terrificante route spacca gambe del clan. Dal suo metro e novanta, leggermente piegato sotto il peso dello zaino, ha voluto fare il nostro volgarissimo rito apotropaico, dopodiché ha raccomandato a micio Victor detto Il Porco di non fare cazzate, mi ha salutato dignitosamente da uomo navigato ed è partito, lasciando la mia nostalgite coccolata dalla stretta di braccia amorose.
Poche ore dopo, nello studio della Loredana, ho imparato a infilare un aghetto con farfallina nella collottola del Porco e gli ho fatto la sua prima flebo.
Mentre la Loredana mi insegnava a fare la Candy Candy dei gatti, la mia facebookMente ha condiviso un ricordo con me stessa: il primo campo scout di Edo, esattamente 8 anni fa, nell’anno del gatto.
Quando nel mio posticino nascosto dell’epoca scrissi questo:

Lunedì 2 agosto 2010
Ieri ho accompagnato il ragazzino al suo primo campo dei lupetti.
Un tempo la giornata dei genitori era l'ultima, quando si andavano a raccattare le proprie creature sporche e contente.
Quest'anno i capi hanno deciso di fare il cotnrario: giornata dei genitori il primo giorno, poi li molli puliti e scontenti, almeno quelli della leva dei "cuccioli" (alla loro prima esperienza). Il mio è l'unico cucciolo privo di remore o dubbi di rimanere lì senza mamma e papà per 7 giorni.
La giornata dei genitori l'abbiamo aspettata da tempo con entusiasmo.
Però all'ultimo momento io e suo padre abbiamo dovuto prendere la decisione di dividerci: io al campo, lui con micio Aldo per l'ennesimo day hospital, nonostante fosse domenica.
Partiamo con la mia macchinina, lupetto, zaino che pesa più di Akela, zainetto con i panini, buon umore (...) e via.
In macchina io e lui cantiamo, parliamo di come sarà il suo campo e di come sono stati i miei.
Arriviamo alla base dopo poco più di un'ora di macchinina + 15 minuti buoni di downhill a piedi con il suo zaino sulle spalle. Lascio un polmone appeso ad una ragnatela e menomale che ho smesso di fumare tre anni fa.
Il campo Agesci è bellissimo, saranno circa un centinaio tra bambini e ragazzi che pascolano nel pratone che si estende tra le due casette per i più piccoli e le tende per i più grandi.
La giornata è perfetta, il posto è perfetto e la gioia di mio figlio è perfetta.
Quando tutti siamo arrivati, assistiamo al grande cerchio di tutti i gruppi scout, al grande urlo di ogni branco e squadriglia e all'alzabandiera.
Cagate, avrei pensato in condizioni normali. Ma ieri non l'ho pensato. Era perfetto.
Poi solita suddivisione in squadre per il gioco idiota. Più il gioco è idiota e più noi genitori ci divertiamo.

A metà del gioco idiota ricevo una telefonata. E' suo padre.
La telefonata è breve, il tempo di poche parole.
...

Chiudo il mio fantastico motorola nero. Il lupetto mi guarda, io gli sorrido "stai tranquillo, Aldo è dalla veterinaria, piano piano si riprende, ha iniziato anche a mangiare da solo!".
Il lupetto ora si sente in diritto di iniziare il suo campo sereno.
Il gioco idiota continua, io riesco anche a risolvere due indovinelli idioti. I componenti della mia squadra mi lodano e io mi sento una figa idiota.
Prendo il sole nelle guancette, mangio con il lupetto e un'altra famiglia sotto l'ombra di un albero. Io e lui abbiamo due panetti sfigati con la mortadella.
La famiglia con cui mangiamo è messa peggio di noi: pancarrè e mezzo vasetto di nutella (al quale dò una golata anche io). Vedo gente con le borse frigo e gli spaghetti. Vorrei tanto una birra ma mi devo accontentare dell'acqua.
Pisolino sotto l'albero per me e la mamma di Alessio. Bambini e ragazzi in giro, chi gioca a pallone, chi suona la chitarra, forse chi si fa una canna.
Una giornata perfetta.

Il motorola nero squilla ancora un paio di volte dallo studio di Loredana e io sono sempre sorridente.

Assisto anche alla messa all'aperto. Subito ne ho per il belino ma la predica del siculo don Michele è così bella e la giornata è così perfetta che sento il cuore colmo. Addirittura canto i canti che conosco, tanto sono gli stessi di 30 anni fa.
Don Michele dice "allontanate le diversità che esistono tra voi e scambiatevi un fraterno gesto di pace".
Mi giro verso la vicina e le faccio un sorriso a 30 denti + due capsule. Lei ha la faccia secca e non sorride e mentre mi stringe mollemente la mano fa scivolare lentamente i suoi occhi severi sulla mia maglietta un po’ scollata.
Brava - penso - hai colto al volo le parole di don Michele.
La giornata perfetta finisce poco dopo la fine della messa, è l'ora di salutare i nostri bambini. il mio mi abbraccia, mi bacia e mi invade con la sua gioia che è perfetta.
È così che deve essere.
Rimonto per il sentiero, fortunatamente questa volta senza lo zaino, ma essendo in salita lascio anche l'altro polmone.
Arrivata al parcheggio saluto i genitori di Alessio e salgo in macchinina.
E lì, in solitudine, posso finalmente piangere fino a disidratarmi.

Stamattina, dopo aver fatto la cosa giusta, lo abbiamo portato all'ombra di un albero del bosco davanti a casa nostra.
L'albero si può vedere dal balcone.
È il posto perfetto.


Fine del ricordo. Flebo al Porco andata a buon fine. 
Ha detto Edo di non fare cazzate, quindi vedi di comportarti a modo. 
Ora torniamo dalle braccia amorose.



Al Stewart, Year of the cat


Post scriptum 7/8/18
Beh, il mattino arriva e tu sei ancora con lei, il bus e i turisti se ne sono andati e tu hai buttato via la tua possibilità e hai perso il tuo biglietto, quindi sei costretto a restare.
Ma il forte battito del tamburo della notte rimane nel ritmo del nuovo giorno.
Sai che qualche volta sei in procinto di lasciarla ma per ora resterai
nell'anno del gatto.

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