lunedì 2 agosto 2021

Marimo



 Buonasera,

(È notte ma finché non decido che è ora di chiudere gli occhi per me è ancora sera.

La buonanotte è un saluto diverso da tutti gli altri. Non si può dire buonanotte e poi iniziare un discorso. È un saluto di commiato, se si dice buonanotte bisogna levarsi in fretta dal cazzo.)

Siamo ai primi di agosto, oggi il mio fratello maggiore compie gli anni (auguri Marchetto, anche se qui non li leggi ❤️ Sono il 7 e il 9 che moltiplicati insieme fanno 63, non saranno pani e pesci, ma vedi che se mi impegno bene i miracoli so farli anche io?).

Stasera sto pensando a 4 cose che riguardano questo periodo:

- la prima dose di vaccino appena fatta - e vabbè, ormai è fatta e non c’è molto altro da aggiungere

-  la mammografia che avrò tra due giorni

- l’anniversario fra tre.

Sulla mammografia non ho nulla da dire se non che fa parte di un difficile capitolo che porta il nome di una amica, a seconda del risultato potrò dire “ma perché anche a me?” o “perché solo a lei?”.

Entrambe le domande saranno dolorose, solo che la seconda mi permetterà di continuare a pensare alle solite cazzate quotidiane.

L’anniversario, 5 agosto 2015, data che ha stravolto in positivo tutta la mia vita e 5 agosto 2018, data che ha stravolto la mia natura e cambiato per sempre il mio DNA affettivo, facendo di me un mostrillo di ossessioni e paranoie. (Un po’ come quei folli di merda dicono del vaccino, che ti cambia il DNA, ma su questo argomento non avrei voluto aggiungere altro, perché alla fine un po’ ci credo).

Il 5 agosto come il 22 giugno, gli ossimori delle ricorrenze, due date e quattro motivi opposti che le rendono speciali.

Vita e morte, “vita” e “morte”.

La quarta cosa a cui sto pensando è che tra 10 giorni ricorre un altro anniversario: i 20 anni della mia maternità.

Quest’anno a lui vorrei regalare un Marimo, l’alga a forma di pallina che vive in un barattolo di vetro pieno d’acqua e che può campare anche cent’anni. Anche duecento, se gli gira.

Spero di trovarne uno che abbia più o meno la sua età.

Il Marimo di 2001 odissea nel barattolo.

Mi piace l’idea del Marimo perché è un piccolo essere vivente, perché è giapponese (e lui ama il Giappone), perché respira e fa le bolle e perché ogni tanto danza nel suo barattolo, poi si posa e si riposa.

Ma la cosa che trovo più significativa del Marimo è che ogni tanto va strizzato delicatamente per liberarlo dalle impurità che gli si accumulano addosso.

Desidero che il mio giovane ventenne impari a strizzarsi quando non ne può più, quando i pensieri si fanno velenosi, le preoccupazioni intossicano il corpo e le date belle diventano ossimori e si fanno offuscare dagli eventi meno belli.

In fondo in questo universo non siamo altro che tanti piccoli coglioni dai quali strizzar via le rotture, prima del tuffo per tornare nel barattolo della vita e riprendere a respirare, fare le bolle, danzare, finire sul fondo e riposare, fino alla prossima strizzata di una mano che sappia prendersi cura di noi.


Mi congedo, ora posso dire buonanotte.



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