Ho letto che domani si riaccendono i motori ma che dobbiamo stare cauti.
Sento un dolore piuttosto forte e continuo alla schiena da diverso tempo. Ma stavolta non è la colonna, purtroppo. Non sono le scapole, né un dolore muscolare. Tralasciando questo dettaglio, domani, leggevo, si riaccendono i motori.
Io domani lo vivo diversamente. Non come l’accensione di un motore, che peraltro sarebbe anche senza benzina.
Forse ho un deja vu datato sera del 21 giugno 1972, solstizio d’estate, c’era una zanzara che ronzava sulla pancia di mia madre e il suo ronzare mi rompeva i coglioni.
Stanotte mi ritrovo in questa specie di utero protettivo che si chiama lockdown - quelle definizioni tipiche del mondo social perché chiamarlo chiusi in casa forzatamente faceva brutto con il # - e dopo 54 giorni di gestazione, sta per compiere la sua tanto attesa espulsione.
Cosa c’è là fuori e come me la caverò non mi è dato di sapere. Ma se me la sono cavata la prima volta, che non ero altro che un mucchietto accartocciato di riflessi arcaici primari di circa 4 chili, voglio ben sperare che anche a ‘sto giro saprò dignitosamente affrontare, come molti altri, la collezione di cazzi in culo che ci verranno gentilmente offerti.
Per fortuna poi che parto col vantaggio di uno strano mal di schiena (non per la colonna e non per i muscoli) e stare a 90 mi dà sollievo.
È appena entrata una zanzara, ma una zanzara non fa estate, rompe solo i coglioni e basta.