Credo che
tutti debbano pagare per i propri errori, credo che alcuni errori siano imperdonabili e generino un
debito che non sarà mai totalmente saldato e credo che chiunque abbia la
consapevolezza di questo, continuerà a pagare la sua piccola rata quotidiana
per tutti i giorni della sua vita.
Ma credo anche
che pagare a vita non significhi necessariamente aver perso del tutto la possibilità e il beneficio
di un futuro in cui riscuotere un piccolo riscatto in gioia, normalità, serenità, autostima, diritto di alzare la testa per guardarsi allo specchio senza troppa vergogna, diritto di non sentirsi irrimediabilmente
spregevole e inadeguato ai rapporti umani.
Credo che chiunque
decida di abbandonare questa personale pretesa, in nome dell’errore che ha commesso e del debito insolvibile,
abbia anche deciso di non dare più un senso e uno scopo alla sua vita e sia quindi una
persona morta prima ancora di morire.
Credo che
chiunque sia arrivato a massacrare il significato delle parole Amicizia, Coraggio, Onestà e Rispetto non sia
costretto a non poterle più pronunciare perché non gli apparterranno mai più.
Credo che
la ricerca della felicità propria e di chi si ama – e specifico ricerca,
non raggiungimento – sia qualcosa a cui chiunque dovrebbe tendere per assecondare la natura
dell’animo umano.
Chiunque.
Sia chi ha subito catastrofi, sia chi deve pagare per quelle che ha causato.
Sia chi ha subito catastrofi, sia chi deve pagare per quelle che ha causato.
Credo, ma a
volte cedo all'eterno buio di una mente per niente immacolata.
Everybody's gotta learn sometimes - Beck
(Eternal sunshine of the spotless mind)