mercoledì 8 maggio 2024

Angela

 Cara Angela,

Io non ti conoscevo ma a furia di cercarti ti ho trovata.

È strano, gli amici cari del mio ragazzo, da quando è diventato grande, li ho sempre immaginati come fossero creature venute dal nulla, come se il destino li avesse piazzati li al suo fianco perché da loro lui prendesse qualcosa e perché lui restituisse loro qualcosa. 

Li immagino improvvisamente intrecciati per caso alle sue radici, senza saper nulla delle loro, affinché crescano insieme nel breve tempo di un pezzettino di vita, il tempo del divertimento, delle cazzate, delle passioni e delle zingarate. 

È un mistero per me il loro tempo insieme, lui me ne parla poco e io rispetto questo spazio che deve essere solo suo; l’unica cosa che conosco bene è la serenità che vedo nel suo volto quando rientra a casa, e tanto mi basta.

Uno di loro è il tuo primo figlio.

Il Vostro primo figlio.

Ti ho scovata su un social perché dovevo sapere chi sei, perché ho saputo dell’orribile tragedia che gli ha portato via suo padre, squarciando in una sera il suo sacrosanto tempo del divertimento delle cazzate e della spensieratezza, e quando ti ho vista e ti ho letta, improvvisamente il tuo ragazzo non era più la creatura venuta dal nulla.

Ho trovato la concretezza di un progetto d’amore infinito che lo ha forgiato, che lo ha nutrito, che lo ha cresciuto e che, bello come una divinità del mare, lo ha servito a mio figlio (che prima di allora un’onda non l’aveva mai cavalcata) su una tavola da surf.

Le mie preghiere non valgono un cazzo, io sono una che il Dio a volte lo bestemmia.

Ma stasera supplico questo mio povero Dio di aiutarti a non opporre resistenza al dolore incatenato dentro ma a lasciarlo andare dove deve. Come un’onda che si ingrossa e fa paura e tu il surf che riporterà i vostri figli verso una nuova riva.

Non posso fare altro che mandarti un virtuale abbraccio nel profondo del mio cuore, cara sconosciuta Angela. 

Solo questo, dalla mamma di un amico del tuo ragazzo, venuta dal nulla.




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