giovedì 12 aprile 2012

Tante Ciance

Finalmente ce l'ho fatta.
Ho temuto tanto questo momento nonostante mi sia sempre reputata una madre molto pronta e aperta al dialogo col ragazzino, senza pudori, senza vergogna di fargli vedere il mio nudo in giro per casa, senza tabù. Non gli ho mai raccontato di cicogne o cavoli, lui ha sempre saputo di semini di papà che fecondano ovetti di mamma e, una volta fecondati, di bambini che escono più o meno da dove la mamma fa la pipi.
Ma la mia paura era di non essere in grado di chiarigli le idee in merito a come cazzo faccia il semino di papà ad arrivare all'ovetto di mamma.
Per queste cose ci vuole semplicità, delicatezza, freschezza, serenità, ma un conto è dirlo, un conto è saperlo fare.
Una volta mi chiese notizie su questo meccanismo senza che io me l'aspettassi; mi mitragliò addosso la domanda improvvisamente in macchina mentre andavamo a karate, con la bocca piena di focaccia, e trovandomi impreparata e balbettante, chiuse subito l'argomento sentenziando che come al solito la scienza non è il mio forte se non vado prima a guardare su internet.
Fu abbastanza umiliante essere presa per la cula in questo modo.
E' passato un po' di tempo da quella volta, poi l'altra sera ne abbiamo di nuovo parlato e, con mio estremo stupore, ho saputo dimsotrare quanto una madre abbia insita la capacità di essere un importante punto di riferimento per un bambino che si sta affacciando alla vita.
E di questo ne vado orgogliosa.

- oggi in scienze ho capito esattamente come si fanno i bambini.
- ah sì?
- sì: il semino esce tramite il pene che entra nella vagina, no?, e poi tante ciance, va beh, che alla fine inizia il bambino.
- ah. ...   ...  e quindi io non ti devo spiegare niente?
- no mamma, so già tutto.
- bene. finisci la minestra.

Fatto. ci voleva tanto?
È cosa intenda per "tante ciance" a lasciarmi un po' perplessa.
Ma quello mica glielo devo spiegare io che non son scientifica, no?
È o mistério profundo,
È a noite, è a morte, è um laço, è o anzol,
È a promessa de vida no teu coração.

Aguas de Março - Elis&Tom

lunedì 2 aprile 2012

Il Leterno Riposo

leterno riposo
dona l'oro signore
splenda dessila
luce perpetua
riposino impace
così sia.


Quando ero piccolissima mia madre, prima di cantarmi buonanotte fiorellino, mi faceva dire a mani giunte l'eterno riposo per i nonni.
io lo dicevo così come l'ho scritto, e mentre lo recitavo mi chiedevo cosa cazzo stessi dicendo ai nonni e perché non potevo dir loro qualcosa di più semplice del leterno riposo, ma evidentemente era la cosa giusta da dire.
ancora oggi le mie preghiere restano molto confuse e borderline.
oggetti, odori, sapori, suoni, percezioni della pelle (tutta), abiti e lettere minuscole mi spifferano segreti che mi penetrano come fantasmi e prego, con parole che nemmeno io capisco, che non mi facciano del male.
il papà lo prego solo di chiudere gli occhi, che lui del leterno riposo se ne è sempre fottuto.
ma quella preghiera di bambina è troppo dolce per essere dimenticata.
avevo un foulard grigio con fiori di velluto grigi e non so che fine abbia fatto, può essere stato perso o buttato via o finito come straccio della polvere o dimenticato in fondo ad un borsone puzzolente di calzini sporchi e olio canforato.
è a lui che dedico tutte le sere il mio insignificante leterno riposo.

Grey - Ani DiFranco

il guardiano del Leterno Riposo